Discoveril posto delle paroleMartina Albini "In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"
Martina Albini "In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"

Martina Albini "In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"

Update: 2025-12-09
Share

Description

Martina Albini
"In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"
Voci collettive per WeWorld
Castelvecchi Editore
http://www.castelevecchieditore.com


Parlare di corpi significa parlare di potere. Da questa idea nasce In Rivolta. Manifesto dei corpi liberi, un’opera corale realizzata da WeWorld, organizzazione umanitaria attiva da oltre cinquant’anni in più di 20 paesi, compresa l’Italia.
Un libro che parla di diritti, potere e possibilità attraverso ciò che tutti e tutte abbiamo in comune: il corpo.
E sul sito, oltre al libro, è possibile trovare anche tanti altri regali solidali: la borraccia, la tazza e la maglia Falastin, pensati per sostenere i progetti dell’organizzazione e portare con sé un messaggio di giustizia, libertà e solidarietà.
Perché questo libro è il regalo giusto?
Perché è stato pensato per farci attraversare da storie che solo in apparenza sembrano lontane, ma che invece ci riguardano da vicino. Anche quando parliamo di esperienze che vivono in altri luoghi, come Avere le mestruazioni a Gaza, che chiude il volume, ciò che ci avvicina è il riconoscimento della fatica che conosciamo, traslata in un contesto di guerra e precarietà.
Ed è proprio questo riconoscimento che ci permette di capire una cosa fondamentale: il corpo è il luogo in cui i diritti prendono forma.
In Rivolta nasce da questa consapevolezza: quando parliamo di diritti umani non parliamo di idee astratte, ma di corpi reali. Parliamo di una ragazza che può scegliere se e quando avere un figlio, di una persona queer che può camminare per strada senza paura, di una donna con disabilità che può uscire di casa senza incontrare ostacoli a ogni metro. Parliamo di libertà, ma anche di potere.
Questo libro non racconta soltanto violazioni: racconta anche resistenza, possibilità e libertà.
Siamo partite da un’idea ancora profondamente valida — “il personale è politico” — perché è dal personale che nasce il cambiamento. Riconoscersi, anche nelle storie che inizialmente ci scomoda leggere, crea un movimento: una piccola, grande rivolta.
Le piazze di queste settimane ce lo ricordano: la forza dei corpi che si incontrano e si sostengono, che scelgono la presenza fisica come forma di politica. In Rivolta prova a restituire proprio questo: la potenza collettiva dei corpi che prendono parola.
Il libro nasce per amplificare queste voci, non per parlare al posto di qualcuno.
È articolato in cinque sezioni che attraversano i modi in cui il corpo viene violato, giudicato, regolato — ma anche le forme con cui resiste: il corpo politico, il corpo non conforme, il corpo che deve farsi madre, il corpo che invecchia, il corpo come campo di battaglia.
Dentro queste sezioni convivono le voci di donne, attiviste, economiste, giornaliste e professioniste straordinarie, insieme alle testimonianze di chi lavora con WeWorld nei contesti più diversi: dall’Ucraina alla Moldavia, dalla Palestina all’Afghanistan, dallo Spazio Donna San Basilio al Kenya. oltre venti autrici che si fanno “corpi in rivolta”, intrecciando analisi, testimonianze e pratiche di resistenza.
Una coralità che non restituisce un punto di vista unico, ma un intreccio di storie, competenze e pratiche.
I proventi del libro sosterranno i progetti di WeWorld per i diritti delle donne in Afghanistan e Palestina.
Il corpo normato racconta come regole, leggi e consuetudini possano diventare strumenti di controllo. Parlare di mestruazioni, di piacere o di consenso non è solo questione di linguaggio, ma un modo per riaffermare che la libertà parte da scelte quotidiane.
Il corpo non conforme raccoglie le esperienze di chi non si riconosce nei modelli dominanti: persone trans, persone con disabilità, persone grasse o razzializzate. Le loro storie raccontano non soltanto discriminazioni, ma anche possibilità di decostruire il concetto di “normalità” e aprire spazi di esistenza condivisa.
Il corpo che deve farsi madre indaga la maternità quando diventa aspettativa o imposizione. Si parla di violenza ostetrica, di ruoli assegnati, delle pressioni culturali e demografiche che gravano sulle donne. Accanto a queste voci emerge la libertà di scelta: diventare madri, o non diventarlo, è un atto di autodeterminazione.
Il corpo che invecchia affronta i cambiamenti legati all’età, spesso accompagnati da silenzi e pregiudizi. Menopausa, trasformazioni fisiche e discriminazioni generazionali diventano qui occasioni per ripensare desideri e autonomia, costruendo nuove narrazioni.
Con il corpo campo di battaglia il libro si sposta su scenari di conflitto e sfruttamento, dove il corpo diventa il primo terreno di violenza. Le mutilazioni genitali femminili, i racconti dalla Palestina, dall’Afghanistan, dall’Iran e dall’Ucraina mostrano come i diritti vengano messi in discussione a partire dal corpo. Allo stesso tempo, testimoniano che la resistenza non si ferma: continua nei gesti individuali, nei legami comunitari, nelle pratiche collettive che attraversano i confini.
 
A fianco delle testimonianze di attiviste, giornaliste e scrittrici, si affiancano quelle dello staff di WeWorld e delle persone incontrate nei progetti dell’organizzazione, creando un dialogo che mette in relazione saperi ed esperienze diverse. Il libro non si limita a raccontare storie: mostra anche quanto il cambiamento si costruisca insieme. Nelle varie sezioni si intrecciano voci e punti di vista differenti – su linguaggio, demografia, maternità, invecchiamento, ginecologia e guerra sul corpo delle donne – mettendo in dialogo esperienze pratiche, accademiche e personali. Le discriminazioni non si presentano mai da sole, e le risposte devono essere altrettanto collettive e integrate.
Il libro si chiude con il Manifesto dei corpi liberi: non un elenco di regole, ma un testo collettivo che raccoglie idee per il futuro. Nato durante la Chiacchierata femminista del WeWorld Festival di Milano e arricchito dalle voci raccolte in questo volume, il Manifesto apre spazi di confronto e possibilità, più che offrire risposte definitive.
«Il Manifesto dei corpi liberi non è il punto d’arrivo del libro, ma il racconto di un percorso. È nato dal piacere di scriversi e confrontarsi, dal riconoscersi nelle esperienze altrui e dal mettere in comune pratiche diverse per immaginare come stare meglio insieme. Sappiamo che non tutte le persone si ritroveranno in ogni punto, e va bene così: non vuole essere un testo definitivo, ma un riferimento aperto, a volte imperfetto, che invita a continuare il cammino. Perché l’esperienza corporea è universale, ma i modi in cui la viviamo dipendono anche da contesti sociali, economici e culturali. È da qui che nasce la possibilità di riconoscerci e costruire percorsi comuni.» Martina Albini, Coordinatrice centro studi WeWorld e curatrice del volume
Una presa di parola collettiva
In Rivolta non è un saggio neutro: è un atto politico, scritto dalla parte dei corpi marginalizzati – grassi, queer, trans*, disabili, razzializzati, migranti – che reclamano dignità, spazio e autodeterminazione. Nasce per amplificare voci che troppo spesso restano ai margini.
Racconta storie di corpi che subiscono pressioni e discriminazioni, ma anche di come, attraverso pratiche quotidiane, trovino modi per resistere e affermarsi. Insieme, tutte queste esperienze compongono un mosaico che mostra quanto la giustizia e la libertà passino sempre dai corpi, e quanto le battaglie personali e collettive siano legate tra loro.
«Questo libro dimostra la forza della rete e della coralità: nessuna trasformazione è possibile da sole. Solo intrecciando voci diverse, mettendo in dialogo prospettive e pratiche, possiamo generare un cambiamento che sia davvero collettivo e a misura di tutte le persone.»
Greta Nicolini, Head of Relations WeWorld
L’invito che fa questo volume è di lasciarsi attraversare dalle storie raccontate e riconoscere che non parlano solo di “altre persone”, ma anche di noi. Significa raccogliere la forza che portano con sé e provare a tradurla nella vita di ogni giorno perché la rivolta non è un gesto isolato, ma un modo di vivere insieme, costruendo spazi di libertà condivisa.
Non offre risposte facili, ma apre domande, visioni, possibilità. È un manifesto che invita ciascuna e ciascuno a unirsi alla rivolta dei corpi liberi.
 
Contributi In Rivolta
·        Sara Manfredi, CHEAP – The M Word
·        Claudia Bellante, RACCOMTAMI – Sussurri. Dar es Salaam, Tanzania
·        Alessandra Vescio, giornalista freelance – Ai margini della cura
·        Francesca Palazzetti, Doula – Il consenso inizia dall’infanzia
·        Alessia Dulbecco, Pedagogista e formatrice – Autoerotico & Politico
·        Spazio Donna WeWorld San Basilio – Dove il corpo riprende parola
·        Georgina Orellano, sex worker e attivista – Puttana femminista, grazie alla collaborazione con Tlon
·        Vera Gheno, Sociolinguista - Ma che vuol dire?
·        Alessia Nobile, Scrittrice e attivista – Incastrata nel corpo di un maschio
·        Lara Lago, giornalista – Che cosa resta se togli la grassofobia?
·        Valentina Perniciaro, Fondatrice Tetrabondi – Sbilenchi e in rivolta
·        Somaia Sediqi, WeWorld Afghanistan – Essere viste
·        Liliana Gîscă, WeWorld Moldavia – Essere rom e sinti a Soroca
·        Fiorenza Sarzanini, Vicedirettrice Corriere della Sera  – L’epidemia silenziosa
·        Francesca Fiore, MammadiMerda – Quando tutti se ne vanno
·        Donata Columbro, giornalista e divulgatrice – Tutta colpa delle donne?
·        Sarah Malnerich, Mammadimerda – Le altre non si lamentano così
·        Simonetta Sciandivasci, giornalista – Avere a che fare con un vuoto
·        Ilaria Maria Dondi, giornalista e scrittrice
Comments 
00:00
00:00
x

0.5x

0.8x

1.0x

1.25x

1.5x

2.0x

3.0x

Sleep Timer

Off

End of Episode

5 Minutes

10 Minutes

15 Minutes

30 Minutes

45 Minutes

60 Minutes

120 Minutes

Martina Albini "In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"

Martina Albini "In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"

livio partiti